mercoledì 3 settembre 2008

TORNARE A SCRIVERE


E' trascorso poco più di un anno dall'attivazione di questo diario virtuale e numerosi sono stati gli argomenti trattati. Poco più di un anno fa decisi di riportare ,con considerazioni personali, come in un diario, le fasi della nascita di un nuovo soggetto politico, il Partito Democratico.
Attraverso l'esperienza avuta in parlamento (come assistente parlamentare) mi permetteva di rilasciare dichiarazioni e commenti documentati dove si sottolineava una malinconia classica di chi sa quello che lascia e non sa quello che trova. Lontano da condizionamenti e in tempi non sospetti, mi permisi di lasciare considerazioni "alternative" sulla nascita del Partito Democratico, su come affrontavo questo momento, su cosa succedeva attorno a me. Del tempo ne è passato da allora e, come un veggente, molti dei dubbi posti hanno trovato realtà. Tale situazione aveva scoraggiato qualsiasi iniziativa in merito, anzi in alcuni casi aveva rafforzato le perplessità che ormai, forse, sono parte integrante del modo di pensare della stragrande maggioranza abruzzese. Eccetto eventi considerati importantissimi (vedi post) non avevo ne più tempo ne più voglia di discutere di un argomento che forse risultava scomodo da affrontare. Tutto questo fino a qualche giorno fa, quando l'iniziativa di alcuni giovani talentosi del mio paese ha risvegliato quella necessità di comunicare al mondo (al web) un pensiero che cercava appoggio e soprattutto commento. La nascita di uno spazio virtuale di discussione all'interno del mio paese mi ha permesso di tornare ad esprimere le mie idee , le mie proposte, i miei pareri, trovando spesso Blogger disposti ad ascoltare e controbattere su argomenti interessantissimi. Purtroppo in detto spazio si annidano anche persone che, mantenendo l'anonimato o no, sollevano solo polemiche ed accuse gratuite, spesso aggravate dal fatto che il detto e non detto fosse più grave di una verità dimostrabile.
L'appartenenza ad un partito politico, l'essere amministratore, il sapersi assumere le proprie responsabilità, è stato assunto per molti come motivo di forte critica contro un non so cosa di innominabile.
Si è iniziato con proporre un programma per amministrare, ci si è trovati ad andare contro gli amministranti, ci si propone di amministrare, "DIVIDE ET IMPERA"....
Caio Giulio Cesare, dopo la grande conquista della Gallia, aveva perfezionato una filosofia efficace per dominare un nemico sconfitto che ancora avrebbe potuto rialzarsi e ribellarsi: "divide ed impera", separali tra loro e comandali.

Più di duemila anni dopo questa filosofia di dominio è ancora più che mai valida e mi chiedo se non la si stia sottilmente applicando contro un non so che di indefinito.

RIPORTO " Molti aspetti della nostra società sembrano studiati apposta per separare fisicamente il più possibile la gente e impedire che gruppi di persone si ritrovino con troppa frequenza e in gran numero o frequentino i luoghi di poter e di discussione fisica".
Inutile ricordare che nella storia i grandi cambiamenti politici e sociali sono sempre stati innescati non da proposte di riforma "convenzionali" attraverso i canali della politica, ma da concentramenti fisici di persone che a migliaia, a milioni, hanno invaso strade e piazze.

Al giorno d'oggi diventa così sempre più difficile, per chi abbia lavoro e famiglia, crearsi occasioni d'incontro per fare politica e associazionismo.
Gli orari di lavoro che spesso si trascinano in serata e la necessità di riposare per riprendere presto il mattino successivo limitano il tempo disponibile per uscire di casa e vedersi.

La tecnologia, che se usata a dovere potrebbe aiutarci, viene subdolamente impiegata contro chi la pensa diversamente, facendoci credere di poter riappropriarci della libertà di tempo perduta senza che ci rendiamo conto che a cambiare è la qualità del tempo in questione.

Persa la frequenza dei vecchi, cari, incontri nelle sedi, oggi una persona che abbia difficoltà a muoversi ha la sensazione di poter discutere di politica attraverso i numerosi blog e forum che si trovano in Rete. In questo spazio le sue idee possono senz'altro trovare visibilità e la discussione continua stimola utili riflessioni. Ma quasi mai da una discussione virtuale nasce quell'azione che è invece indispensabile per innescare i cambiamenti. Il postare commenti a doppio senso, il non essere identificabile, il non poter trovare contrasto e confronto con quello che si è commentato, annulla questo poter, creando un ulteriore fantasia che confonde i cybernauti che poi dovranno fare i conti con la realtà.

Un esempio, Gli Amici di Beppe Grillo. Stanno facendo uso di uno strumento più affinato, il "meet up", un sistema che, applicato all'informatica abbinando newsletter, forum, sito internet, permette di costruire una vero "partito leggero" e che oggi anche le sezioni di altri movimenti stanno adottando.

Ma, nonostante la capacità di mobilitazione effettivamente dimostrata dai grillini, anche il meet up sembra un surrogato dell'incontro tra persone, un sistema che finge di compensare l'impossibilità di frequenti assemblee dei militanti.

Ma se a tutto questo aggiungiamo anche le informazioni passate ad arte dai mass media, studiate appositamente per creare un clima di disagio e insicurezza del tutto sovra dimensionato alla pur difficile situazione attuale, la voglia di uscire di casa, di incontrarsi e confrontarsi davvero passa a molti.

Ecco quindi che "la rivoluzionauta" sta ottenendo ciò cui non si poteva arrivare per via legislativa. Non si poteva certo studiare una legge per obbligare la gente a non ritrovarsi più di una volta alla settimana in una sede di partito o di un'associazione.
E si fa allora in modo che questa libertà venga di fatto limitata da impegni inevitabili e fintamente compensata da strumenti che ci permettono di "goderci" i nostri hobbies comodamente dalla poltrona di casa nostra.
Soli
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Avevo già detto in altre circostanze che la verità sta nel mezzo. Nessuno ci può togliere il diritto di sognare, nessuno ci può togliere il desiderio di un mondo migliore.

E' necessario però vivere un paese, un luogo, un'amministrazione , un'associazione, per sapere di cosa si parla, per capire come si parla. Uno spazio virtuale viziato rischia di eliminare anche l'ultimo baluardo del confronto "Faccia a Faccia".

Del resto è noto, è sempre più facile criticare che dare idee realmente risolutive che possano trovare concretamente applicazione.

Da oggi cambierò tema, non parlerò più del Partito Democratico e della sua realtà.

Ho la possibilità di avere un utile strumento di Guida che mi indichi la via... e per questo ringrazio i giovani del mio paese...

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