mercoledì 3 settembre 2008

ALI-TAGLIA


Piano Fenice e Piano Air France .
La rinascita di Alitalia parte dal piano Fenice. Ma sugli esuberi è già polemica: secondo le indiscrezioni di stampa sarebbero 7mila, ma il segretario Uil Luigi Angeletti parla di una cifra massima di 2mila esuberi, sottolineando che “saranno tutti ricollocati”. Il progetto per il salvataggio della compagnia nazionale prevede un lock-up di cinque anni per gli azionisti: i soci avranno il vincolo di rimanere nel capitale della società fino al 2013, e nell’arco del primo triennio è previsto il ritorno all’utile. La realizzabilità del piano, comunque, è subordinata al preventivo accordo con i sindacati, una condizione presente anche nel corso delle trattative con Air France, quando fu proprio l’assenza del sì da parte delle organizzazioni dei lavoratori a far saltare l’accordo.

La strategia di rilancio. Il piano Fenice supera l’idea di hub per definire una strategia multipunto su sei aeroporti base: 73 destinazioni saranno raggiungibili da Milano, 44 da Roma, 9 da Napoli, 6 da Catania, 6 da Torino e 6 da Venezia. E ogni polo servirà il bacino che è in grado di sostenere. La flotta della nuova società sarà complessivamente di 136 aeromobili, per arrivare a 150 unità fra 5 anni: un obiettivo che sottintende una quota di esuberi anche per il personale volante di Alitalia, circa 700 unità. Ma non è ancora chiaro, però, se il taglio di personale verrà effettuato a monte - nella “bad company” commissariata - o a valle (direttamente nella nuova società). Inoltre, tutti i dipendenti della “newco” dovranno sottoscrivere un nuovo regime contrattuale, e per il personale navigante è previsto un aumento delle ore volate: dalle attuali 550 si passerà a 650, fino ad arrivare a 700 a fine piano. Nella nuova compagnia transiteranno da Alitalia, oltre al personale viaggiante - seppur parzialmente ridimensionato - anche attività di servizio come la manutenzione leggera, la parte preponderante dell’information technology e i dipendenti a terra che svolgono mansioni connesse con l’attività di volo. Resteranno nella bad company, che dovrà gestire circa 7mila esuberi, i settori non focali dell’information technology, la manutenzione pesante, i call center, le riparazioni ed i servizi amministrativi generici.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Alitalia: nessuno ha fatto un semplice schemino, per confrontare
l'offerta di Air France e la soluzione attuale:
Air France soluzione attuale
quanto avrebbe pagato quanto pagherà la cordata
(quanto va nella bad company)
totaleA totale B
Totale A meno totale B = quello che paghiamo noi grazie a Berlusconi
Così ad occhio con questo si giustificano le espressioni di soddisfazione
dei partecipanti alla cordata, perché in pratica in questo modo Alitalia è
regalata; inoltre bisogna anche ricordare che quanto va nella Bad company è
aggravato dalle perdite di circa sei mesi di ritardo causati da Berlusconi e
che Air France ci fa un affarone anche col 25%